giovedì 29 novembre 2007

"Il tramonto dei gay (e la morte dell'etero)", il primo libro di Bert Archer

Da Castelvecchi un libro critico, forse polemico che suggerisce la mutazione dei generi: Il tramonto dei gay e la morte dell’etero di Bert Archer uscito a maggio 2006. L’Italia è la prima nazione europea non anglofona ad aver pubblicato il libro. Bert Archer afferma che ormai le categorie della sessualità dell'essere umano sono più che mai indefinite. Così l'identità e la cultura gay rappresentano una fase storica del percorso umano ma, nello stesso modo del femminismo, sono anche un movimento storico e culturale che prelude a trasformazioni di ben più ampio respiro. uno spessore sempre minore dell'identità omosessuale e anche, come conseguenza inevitabile, la fine dell'identità eterosessuale. Questo libro non è un libro di genere, anzi, è un libro che dichiara morte le identità di genere. Essere gay, in sé e per sé, non vuole dire più nulla, e dovrebbe cessare di essere un merito o un tratto distintivo di una cultura (che si tramuta il più delle volte in un «ghetto» comportamentale). In questo libro acuto e provocatorio sull’evoluzione della concezione del sesso, Bert Archer afferma che ormai le categorie della sessualità dell’essere umano sono più che mai indefinite, tanto che lo spessore sempre minore dell’identità omosessuale fa intravedere, come conseguenza inevitabile, anche la fine dell’identità eterosessuale. Così l’identità e la cultura gay rappresentano una fase storica del percorso umano, nello stesso modo del femminismo, della parità di diritti. Ma sono anche un movimento storico e culturale che prelude a trasformazioni di ben più ampio respiro. Archer intravede uno spessore sempre minore dell’identità omosessuale definita dai caratteri della «gay culture», mentre vede un enorme ventaglio di possibilità che si aprono quando smettiamo di definire per stereotipi. Archer, da buon giornalista di costume ha una visione non proprio popolare dell’argomento sesso che a suo avviso ci ha condotto a vicoli ciechi, ci ha costretto a fare retromarcia, ci ha finanche portato nella giusta direzione spingendoci lontano per poi farci rimanere bloccati, senza che nessuna società di nessuna epoca, possa essere definita sessualmente liberata. Bert Archer, critico e giornalista, ha scritto articoli e recensioni per www.nerve.com, «Publishers Weekly», «Entertainment Weekly», «The Bloomsbury Review», «POZ», «The New York Blade» e «The Washington Blade». Vive a Toronto.


Da: "Il tramonto dei gay e la morte dell'etero" di Bert Archer: Il matrimonio gay


Le scaramucce sul matrimonio gay mi ricordano una di quelle interminabili battaglie della Prima Guerra Mondiale per una conquista di una collinetta nella campagna francese. Alla fine non ha nessuma importanza chi vince perchè la guerra è altrove. Quindi, in questa lotta per essere ammessi in una istituzione sociale moribonda, la corrente principale ha intrapreso per decenni un processo di liberazione caratterizzato da visione limitata. E' come battere i piedi, strillare e pretendere di giocare di nuovo a un gioco che è già terminato. E' ovviamente meglio dedicarsi semplicemente all'organizzazione del gioco seguente. E se questo nuovo gioco, quando si tratta di società familiare, è così chiaramente sulla rampa di lancio e pronto a partire, i capricci e battere i piedi sul matrimonio gay sembrano miopi fino alla cecità. E' un dato di fatto che il matrimonio ha cominciato a erodersi. E' un caso in cui cominciamo a lasciar cadere pratiche o istituzioni in un momento culturale quando cominciano a intralciarci più di quanto non ci aiutino. Le donne hanno ormai diritti propri, non dipendenti dagli uomini con i quali si uniscono. Il matrimonio può essere una bella cosa, ma certamente non è più necessario, e altrettanto certamente non è più centrale. Il cambiamento è già avvenuto. Ed è soltanto per mezzo di un ostinato autoinganno che chiunque inizi una relazione a lungo termine, matrimonio o altro, potrebbe credere che l'unione duri fino alla morte di uno dei due compagni. Con questa ragionevole aspettativa di temporaneità, le relazioni monogame di lungo termine dovrebbero ora occupare il loro legittimo posto nell'ordine sociale, lasciando alle altre relazioni - non monogame, non sessuali, non romantiche - un piccolo spazio nel settore diritti e privilegi, nella forma di una serie di benefici e responsabilità trasferibili, garantiti a chiunque raggiunga la maturità. Negli anni che intercorrono tra il momento in cui i gay hanno cominciato a pensare a se stessi come a un'entità e ora, quando la parità matrimoniale è diventata una realtà in alcune parti del mondo, la gente ha cominciato a ripensare i modi di convivere che la società occidentale ha conosciuto nei secoli. Regole fuori del comune, relazioni aperte, legami familiari non sessuali in mezzo ad una marea di partner sessuali pienamente accettati - regole che possono non funzionare per tutti. Ma le comunità gay hanno provato a se stesse una cosa - e al resto del mondo che abbia voglia di guardare - cioè che questo tipo di cose funzionano per molti.

Nessun commento: